giovedì 23 febbraio 2012

Altri titoli di debito: Palladium Securities 1


L’approfondimento raccontato in questo post, nasce dall’avventura finanziaria di un risparmiatore, lasciatosi convincere dalle pessime e forvianti informazioni dispensate dal proprio intermediario finanziario, che sarà facilmente identificabile nel corso della narrazione, considerata l’unicità del soggetto collocatore gli strumenti d’investimento. Il nostro consumatore, possessore di una discreta somma, avrebbe avuto l’esigenza, a seguito della scadenza delle obbligazioni fin’allora detenute, ad impiegare i fondi in titoli riscattabili a breve termine ed a basso rischio, in vista dell’imminente acquisto di un’abitazione, ma i cattivi consigli del bancario gli costavano caro: riusciva a perdere circa il 30% del capitale impegnato.
Gli strumenti finanziari. Euro TLX: la Sim che organizza e gestisce la negoziazione secondaria di bond e titoli di stato, classifica questi strumenti, spacciati dal collocatore come semplici obbligazioni a basso rischio, nella categoria: Altri titoli di debito, avvertendo il potenziale acquirente che sono caratterizzati da elevata complessità. Proviamo a semplificarla. L’emittente è la società per azioni Palladium Securities 1, costituita in Lussemburgo secondo il regime del Securisation Act del 2004, quello disciplinante le cartolarizzazioni, è considerata una cosiddetta società veicolo. In particolare, la Palladium è suddivisa in comparti a cui fanno capo i vari titoli delle serie che costituiranno l’attivo dei comparti stessi. Il comparto 62-2011-04 emette questi titoli al portatore identificati dall’Isin XS0631516613, quotati sulla borsa Lussemburghese, di valore nominale 1000 euro, alla scadenza (settembre 2017), li rimborserà integralmente e nel frattempo staccherà cedole trimestrali (gli interessi), calcolate sul valore dell’Euribor a 3mesi, con un floor del 3,10% ed un cap del 5%.
Occhio che qui l’affare si complica. Le attività della serie (che garantiranno l’investimento del risparmiatore), sono formate: da bond Unicredit e Ubi (detti collateral) anch’essi a tasso variabile; e da un contratto di copertura la cui controparte è Deutsche Bank Londra, che in cambio della citata garanzia, acquisisce i diritti derivanti dai collateral. Ovvero, per farla semplice, la Palladium raccoglie i soldi con cui compra le vere obbligazioni corporate (sostenute cioè dall’attività bancaria degli emittenti sottostanti: Unicredit e Ubi) e le cede mediante contratto a Deutsche Bank che godrà dei diritti derivanti da quel prestito ed in cambio garantirà il pagamento delle cedole ed il rimborso nominale a scadenza. Se tutto fila liscio, perché nel caso i collateral (Unicredit ed Ubi) fallissero, addio capitale. Il rischio rimane tutto all’investitore. Sembra tanto una partita di giro per spillare soldi.
Il nostro poi ha dovuto smobilizzare ed ha venduto (indovinate chi garantisce la liquidità su EuroTlx?, si esatto: il colosso bancario Tedesco), ma la bassa quotazione del titolo sul mercato secondario gli ha causato l’ingente perdita descritta.
Conclusioni. Nel nostro Paese ed ormai in tutta Europa, con l’armonizzazione della legislazione unitaria, l’attività d’investimento è disciplinata da regole e norme certe, il cui mancato rispetto, complice l’alto analfabetismo finanziario (Italiano), rendono ancor più rischiosa l’attività dei risparmiatori e titoli come quelli sommariamente descritti, possono finire nelle tasche d’ingenui consumatori venduti da soggetti senza scrupoli guidati dall’unico faro: quello del budget aziendale
le due immagini sono rubate dalla rete, violazione copyright?, ditelo e rimuoviamo. Grazie

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